Dopo aver messo le basi per la conoscenza della tiroide (QUI), ed aver esplorato cause, sintomi e diagnosi della tiroidite autoimmune di Hasimoto (QUI), iniziamo a parlare di *alimentazione che cura*.
Premessa
Le cause delle patologie autoimmuni non sono ancora state chiarite.
Tuttavia, pare che esse siano quasi sempre legate anche (ma non solo) ad una forma di leaky gut (disbiosi intestinale con “intestino a colabrodo”), motivo per cui l’alimentazione dovrà sempre tenere conto di questa caratteristica fondamentale.
Alimentazione per tiroidite di Hashimoto
Dunque, iniziamo.
Bene, vi è stata diagnosticata la tiroidite autoimmune. Che fare?
- Punto primo: analizzate le *vostra* storia e cercate di risalire ai possibili fattori scatenanti (un periodo di stress + alimentazione carente di sostanze curative o troppo ricca di farine e additivi artificiali + un brutto episodio di mononucleosi + un carattere tendenzialmente molto ansioso, ecc…);
- Punto secondo: fatevi seguire da un medico esperto in medicina funzionale, che si occupi di problematiche ormonali e autoimmuni e che valuti se prima di aiutare la tiroide non sia il caso di supportare le ghiandole surrenali;
- Punto terzo: iniziate un percorso alimentare personalizzato, evitando il fai da te, e rivolgendovi ad un professionista del settore (dietista/biologo nutrizionista) che si occupi di queste problematiche e che collabori con il medico;
- Punto quarto: eliminate il glutine dalla vostra dieta! Valutate con il professionista che vi sta seguendo, l’eventuale eliminazione anche di latticini e legumi;
- Punto quinto: analizzate la situazione attuale. Come sono i vostri esami del sangue? Prendete farmaci (Eutirox, Tirosint)? Avete sintomi di ipotiroidismo?
In base alla situazione di partenza potrebbe essere *sufficiente* seguire la dieta per ipotiroidismo suggerita QUI (mantenendo una ferrea eliminazione del glutine) oppure, se i sintomi fossero invalidanti e non dovessero rispondere a queste indicazione, potreste aver bisogno di:
- Iniziare un protocollo autoimmune (sempre facendovi seguire da uno specialista!) e reintrodurre gradualmente gli alimenti, valutandone la tolleranza in base ai vostri esami del sangue e agli eventuali sintomi (brain fog, crampi intestinali, ecc…);
- Stimolare la crescita della massa muscolare e aiutare il lavoro del fegato, per aumentare la conversione di T4 in T3 (l’ormone attivo);
- Integrare alcuni micronutrienti fondamentali come la vitamina D, il selenio, il magnesio, la vitamina C, ecc…
A breve arriverà l’articolo sul protocollo autoimmune!
È un argomento molto complesso e preferisco affrontarlo separatamente.
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